Il curioso caso di un operaio della Fiat di Termini Imerese ha creato un precedente nella giurisdizione italiana. La Cassazione ha stabilito che guardare film a luci rosse sul posto di lavoro è legittimo, purché avvenga durante la pausa pranzo e non sottragga tempo alle ore lavorative. Era il 13 maggio 2008, quando alcuni supervisori della Fiat trovarono nell’armadietto dell’operaio un pc e 3 dvd di film per adulti. Da lì scattò il licenziamento per l’uomo. Durante il processo inoltre i supervisori sostennero che l’operaio spesso si allontanava con altri colleghi in un locale per l’alimentazione elettrica, dove secondo loro continuava a vedere film a luci rosse sottraendosi così ai controlli dei suoi superiori. Ma la Cassazione ha accolto il ricorso dell’operaio, rigettando invece le accuse dei supervisori: “Gli elementi raccolti non sono sufficienti a fondare la certezza che durante l’orario di lavoro il dipendente si fosse dedicato alla visione dei filmati potendo, tutt’al più, alimentare il sospetto che ciò possa essere avvenuto che però non è idoneo a ritenere provato l’addebito”.
Adesso la Fiat non solo dovrà reintegrare l’operaio, ma dovrà anche versargli gli stipendi ed i contributi arretrati. Dal canto suo l’uomo ha ammesso di aver visionato dei film per adulti, ma solo nella pausa pranzo. Pratica legalmente legittima, come evidenziata dalla stessa Cassazione.