I ricercatori delle università di Cambridge e di Cardiff hanno elaborato uno studio, pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas), in cui provano a dare una spiegazione scientifica delle allucinazioni. In base agli esperimenti le allucinazioni non sono solo il frutto di una mente malata, ma anche di persone sane. I ricercatori hanno mostrato delle immagini ambigue e astratte, con chiazze bianche e nere, a persone sane di mente e ad altre che invece soffrono di un inizio di malattia psichica. Paradossalmente le persone malate hanno dimostrato una maggiore abilità, rispetto alle persone sane, nell’interpretazione di quelle immagini prive di senso. Questo perché il loro cervello è abituato a rielaborare quelle cose che non capisce, quindi piuttosto che interpretarle preferisce immaginarle. In seguito a questo studio i ricercatori hanno concluso che il nostro cervello, un database impressionante di idee, memorie ed eventi passati tende ad affidarsi ad un vecchio ricordo quando si trova dinanzi ad un evento inspiegabile, applicandolo così alla realtà. Ad esempio se provate a chiedere ad una persona portata in ospedale in ambulanza se ricorda quel viaggio, quasi sicuramente risponderà di no.
E’ un caso estremo in cui la propria vita è in pericolo, quindi si tende a sostituire quell’evento reinterpretandolo come una crociera o come un viaggio passato che si ricorda con piacere. Possiamo concludere quindi che non tutte le allucinazioni sono negative, anche se alcune diventano dei demoni con cui combattere. Tra le allucinazioni più frequenti c’è il fantasma Pandafeche, anche se questa paralisi rientra soprattutto nei disturbi del sonno.
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