La Germania sembrava una potenza invulnerabile ed inattaccabile, invece lo scandalo Volkswagen e l’emergenza profughi sta evidenziando delle crepe anche all’interno dell’apparente solida nazione tedesca. Particolarmente preoccupata è Angela Merkel, l’inflessibile moralizzatrice economica d’Europa che in un’intervista alla Bild spiega il piano per affrontare il problema profughi. La cancelliera tedesca ha sottolineato che le porte della Germania saranno aperte, ma solo ai profughi siriani ritenuti più qualificati per il mercato del lavoro. Non si tratta certo di un atto di buonismo, ma una mossa economica per accaparrarsi forza lavoro per rilanciare la Germania che pure sta dimostrando qualche flessione finanziaria negli ultimi mesi. La decisione però è stata aspramente criticata in Germania, anche dal partito-satellite della Merkel, l’Unione Sociale Cristiana, che ha minacciato di portare il governo federale alla Corte Costituzionale per la questione profughi. In base ad un sondaggio il 48% dei tedeschi non approva il piano per i profughi della Merkel, che rischia di diventare un boomerang per la cancelliera. La Merkel ha tuttavia rassicurato che i tedeschi non dovranno pagare tasse in più per i profughi in arrivo, così come non sarà sottratta alcuna cura sanitaria per i cittadini della Germania.
A testimonianza del fatto che la Merkel agisce solo per interesse, e non certo per buonismo e tolleranza, ecco la sua frase: “C’è un diritto alla protezione dalla guerra e dalla persecuzione sancito dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione di Ginevra che è valida in tutti i Paesi europei. A quanti non possono reclamare questo diritto dobbiamo dire che devono abbandonare il Paese, per quanto questo sia difficile per loro”. Sull’ospitare profughi in casa propria risponde così: “Pur con tutto il rispetto per quelli che lo fanno, è un qualcosa che al momento non riesco a immaginare”.
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