L’Italia dice no ai prodotti Ogm. Il nostro paese in tal senso ha inviato alla Commissione europea richieste di esclusione di tutto il territorio nazionale della coltivazione degli ogm che sono autorizzati a livello europeo. In sostanza l’Italia si avvale della direttiva europea dello scorso marzo che consente ai paesi membri dell’unione europea di vietare o meno all’interno del proprio territorio la coltivazione di organismi geneticamente modificati (ogm). Stando a un sondaggio svolto dalla Coldiretti sulla base di una indagine ixè, la scelta del governo italiano trova d’accordo 7 cittadini su 10. D’altronde l’Italia con questa scelta si è allineata ad altri paesi europei quali Francia, Olanda, Polonia, Grecia, Austria, Croazia, Ungheria, Lettonia e Lituania che già avevano detto no agli ogm.Tuttavia non è stato risolto il nodo dei 58 alimenti ogm coltivati in paesi che non fanno parte dell’Unione europea e che sono autorizzati nell’Unione europea per l’alimentazione umana ed animale, basti pensare solo al granoturco, cotone, soia, colza e e barbabietola da zucchero.
Per quanto riguarda i mangimi animali l’Ue l’importa in grandi quantità da paesi extra-europei che ricorrono alla coltivazione di Ogm: ad esempio solo nel 2013 il 43,8% di soia proveniva dal Brasile in cui l’89% di questo vegetale è Ogm.
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