Ognuno di noi emette una nuvola di batteri che ci contraddstingue come le impronte digitali in quanto è del tutto unica. A fare questa singolare scoperta sono stati i ricercatori dell’University of Oregon (Usa). Gli esperti hanno condotto la ricerca su un campione di 11 volontari che sono stati tenuti chiusi in una camera sigillata per 4 ore. Nella stanza è stato poi pompato dell’ossigeno filtrato per evitare qualsiasi tipo di contaminazione. Ebbene sulla base dei campioni delle “nuvole” di batteri emessi, i ricercatori non solo sono stati in grado di rilevare il microbioma umano nell’aria intorno a una persona ma sono riusciti anche a risalire all’ìdentità della maggior parte degli occupanti semplicemente campionandone la nuvola microbica. La scoperta che è stata pubblica sulla rivista PeerJ, potrebbe rivelarsi utile non soltanto per l’identificazione del singolo individuo attraverso la combinazione di questi batteri comuni (propionibacterium e il corynebacterium microbi della pelle, lo streptocco della bocca) e a comprendere meglio in che modo si diffondano le infezioni, ma anche nelle indagini della polizia per accertare se una persona è stata o meno in un determinato luogo.
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