Le affermazioni di Rosy Bindi, presidente della commissione antimafia, in visita istituzionale nel capolugo partenopeo, secondo cui “La camorra è parte costitutiva della città di Napoli“, hanno suscitato un vespaio di polemiche. Raffaele Cantone, il presidente dell’autorità nazionale anticorruzione, in particolare si trova sostanzialmente d’accordo con la Bindi sia pure con qualche distinguo. “Credo che l’affermazione della presidente della Commissione Antimafia sia sostanzialmente corretta. Ovviamente non è una afferamzione che può riguardare l’intera società napoletana”. Anche il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti condivide in sostanza quanto detto dalla Bindi: “Credo che l’affermazione del presidente Bindi sia assolutamente corretta, a condizione che non si pensi sia una questione antropologica perché non è vero che la camorra sia antropologicamente una realtà tipica dei napoletani“. Di diverso avviso invee il sindaco di Napoli Luigi De Magistris: “A Napoli è cominciata una ribellione che porterà alla sconfitta della criminalità organizzata. Quando ho letto le affermazioni della Bindi sono saltato dalla sedia. La cultura, la storia, il teatro, l’umanità sono l’elemento costitutivo della città di Napoli, della Regione Campania e del Mezzogiorno“. Ed ancora: “Altra cosa è dire che la camorra è diventata forte come le mafie perché per troppo tempo sono andate a braccetto con la politica e con centri di potere. La camorra ancora esiste in altre regioni e all’estero altrimenti non staremo qui a lottare. Ma ho sottolineato che ci sono elementi importanti, oggi la camorra non ha più rapporti con la politica dell’amministrazione comunale di Napoli”. Infine De Magistris sottolinea l’importanza dello sciogliere qualsiasi rapporto di contiguità tra stato e criminalità organizzata: “Questo è un elemento significativo insieme alla rivoluzione culturale che si sta mettendo in campo. La politica può vivere senza le mafie, le mafie perdono ossigeno se interrompono il rapporto con la politica. Il sindaco di Napoli ha il dovere di difendere la storia millenaria della sua città. Non si può dire che la camorra è elemento costitutivo quasi genetico della città. A Napoli è iniziato un riscatto culturale, un risveglio civile, una ribellione che porterà alla sconfitta della camorra. La presidente Bindi dovrà spiegare quella frase“.
Insomma come affermava Giovanni Falcone “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine“, per cui per sdradicare questo fenomeno costitutivo ma non del Dna dei napoletani, che non sono antropologicamente tali, tuttavia presente e pervasivo, sarà necessario porre in essere un circolo virtuoso tra società civile e politica, in buona sostanza sarà richiesto l’impegno e una partecipazione fattiva di tutti, a cominciare dai cittadini per arrivare alle istituzioni.
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