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Ricatto a luci rosse per il consigliere regionale Pd Attilio Solinas

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Internet ricatto luci rosse

Attilio Solinas, medico gastroenterologo e attuale presidente della Commissione sanità della Regione dell’Umbria, è rimasto vittima di un ricatto a luci rosse. Il consigliere ha deciso di rendere pubblica la vicenda raccontando tutto nel corso di una intervista rilasciata a La Repubblica. Tutto parte da un profilo (fake) di Facebook di una bella ragazza, tale Maria Ottello, che gli chiede l’amicizia sul social. La ragazza inizia a fargli domande sulla sua vita privata, sul suo lavoro, su come passa il temp libero, e gli chiede anche se fosse sposato o meno. Una volta acquisite queste informazioni, la ragazza o per meglio dire chi vi era a gestire questo profilo fake sul social network, chiede al consigliere di collegarsi su Skype per fare una videochat da un minuto emezzo col telefonino. La donna o supponente tale sparisce, ma dopo un mese si rifà viva sempre su Skype con un messaggio minacciolso: “Se non vuoi che tutti i tuoi amici e i colleghi vedano questo, ci devi pagare 2.500 euro subito“. Nel messaggio seguivano una foto e un link a un video postato su Youtube: “Quando li ho visti, sono sbiancato… […] La foto era un frame del video. Si vedeva la mia faccia, presa da quella chat su skype, montata però su un corpo nudo che non era mio ma che posizionato in quella prospettiva poteva trarre in inganno. Il video era postato su un link privato di Youtube, perché solo io lo vedessi e mi spaventassi. Non solo. Mi hanno mandato anche una lista di nomi di persone a me molto vicine”. Solinas però non si è fatto prendere dal panico e ha avvisato immediatamente la polizia postale che quindi ha provveduto alla cancellazione del profilo fake realizzato da questa banda criminale che conteneva un fotomontaggio hard del politico. Gli inquirenti hanno infatti accertato che ad aver orchestrato questo perverso ricatto vi fosse una banda ivoriana.

 

Così commenta Solinas che per fortuna ha visto concludersi a lieto fine questa brutta avventura: “Per i due giorni successivi hanno bombardato la mia casella di posta elettronica con la solita minaccia di farmi passare per pedofilo agli occhi dell’opinione pubblica. E sono sicuro che se uno è un po’ più sprovveduto o si fa prendere dal panico, finisce per pagare“.

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