Esagerare con l’alcool non fa bene a nessuno ma in particolare è bene che se ne astengano le donne, che a differenza degli uomini, non possiedono un enzima in grado di limitare i danni prodotti da alcune sostanze contenute nell’alcol stesso e massimamente le donne incinte. E’ quanto emerge da una ricerca condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), pubblicato su Clinical Chemistry and Laboratory Medicine, che ha evidenziato come il consumo anche di modeste quantità di alcol da parte delle donne in gravidanza espone il feto a rischi e danni irreversibili, quali difficoltà nell’apprendimento e nel comportamento, malformazioni e disturbi mentali. Lo studio condotto su 168 coppie mamma-neonato Hospital del mar di Barcellona ha dimostrato la presenza di tracce d’alcol consumato durante la gravidanza nel capello materno e nelle prime feci neonatali (meconio). Di queste problematiche legate all’alcool in particolare se ne è parlato in occasione della Giornata mondiale sulla Sindrome feto-alcolica che cade il 9 settembre. La European Fasd Alliance per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questa sindrome, ha realizzato una campagna pubblicitaria dal forte impatto emotivo “Too Young To Drink” (“Troppo piccolo per bere”) che vede un neonato fluttuare tra drink di ogni tipo e cubetti di ghiaccio. Sono ben 80 le organizzazioni coinvolte in 34 paesi.
Insomma durante la gravidanza per evitare il rischio che il feto possa riportare dei danni è bene che le mamme si astengano del tutto dal consumare qualsiasi bevanda anche se contiene quantità modeste di alcol. I danni al feto non derivano infatti dalla quantità ma dall’ingestione costante e portano al FASD (Fetal alcohol spectrum disorders).
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