Stando a uno studio belga esisterebbe una correlazione tra l’inquinamento ambientale e la predisposizione alle malattie cardiovascolari. Lo studio dei ricercatori, che è stato presentato al congresso annuale della Società Europea di Cardiologia in corso a Londra, ha dimostrato che l’esposizione acuta sia ai gas che alle polveri sottili aumenta il rischio dell’insorgenza di problemi cardio-vascolari. In particolare è poi risultata una differenza tra giovani e anziani riguardo all’esposizione a questi agenti inquinanti: i gas inquinanti, quali il biossido di azoto fanno più male ai giovani, mentre le polveri sottili tipo il Pm10 pregiudicano maggiormente la salute degli anziani. Jean-Francois Argacha, cardiologo all’University Hospital di Bruxelles e autore dello studio, così spiega queste differenze: “Forse perché il biossido di azoto (NO2) è legato al traffico veicolare e i giovani, per ragioni professionali, sono più esposti a questo inquinante rispetto agli anziani. Sta di fatto comunque che l’inquinamento fa male a tutte le età“. Ma non è finita qui. Un secondo studio, stavolta condotto in due città della Polonia, Cracovia e Lublin, ha messo in evidenza come i giovani polacchi di queste città presentino un maggiore rischio di sviluppare malattie cardio-vascolari.
Questo perché l’inquinamento va ad aumentare anche il livello degli indici infiammatori, fattore che favorisce appunto la comparsa di problemi cardio-circolatori. Insomma i grandi agglomerati urbani sono sempre più una trappola per la nostra salute.
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