Alcuni ricercatori dell’Università australiana di Adelaide hanno pubblicato uno studio sulla rivista “Bioresource Technology”, in cui dimostrano che dagli scarti d’uva è possibile ottenere biocarburante che sarebbe in grado di alimentare le auto in futuro al posto della benzina. Una scoperta che potrebbe stravolgere i futuri equilibri mondiali, considerando la grandissima importanza che hanno oggi i giacimenti di petrolio. Ma questi stessi giacimenti non sono infiniti, e già si stanno cercando forme alternative per alimentare le auto, come il pastazzo di agrumi trasformato in energia. L’uva è una di queste. I ricercatori hanno dimostrato che fermentando i resti di una tonnellata d’uva, cioè vinacce, steli e semi si possono ottenere ben 400 litri di bioetanolo, che può sostituire tranquillamente la benzina. Per la precisione sono stati analizzati due tipi di uva: il Cabernet-Sauvignon e il Sauvignon Blanc. I ricercatori hanno evidenziato che buona parte dei carboidrati, mediante la fermentazione, può essere convertita in etanolo. Inoltre smaltire la vinaccia ha un costo piuttosto elevato per le aziende.
Con questa scoperta non solo c’è la possibilità di ridurre il costo dello smaltimento della vinaccia, ma addirittura i resti possono essere trasformati in biocarburante e quindi garantire profitti. Uno studio a cui l’Italia, uno dei principali produttori di vino mondiali, dovrebbe prestare particolare attenzione.
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