Le strisce bianche e nere che caratterizzano le zebre rendendole inconfondibili, rappresentano una curiosità su cui si sono interrogati etologi e zoologi già dai tempi di Darwin. Una delle ipotesi più ricorrenti messe in campo dagli zoologi è quella secondo cui queste strisce servirebbero alle zebre per proteggerle dalla puntura degli insetti, dai tafani in particolare.
Ad investigare il tema è stato un gruppo di ricercatori californiani guidato dal zoologo Tim Caro, dell’Università di California a Davis, che hanno scoperto che questa ipotesi avanzata in passato si è rivelata corretta: la pigmentazione caratteristica del manto delle zebre con le strisce bianche e nere sarebbe proprio una sorta di espediente evolutivo per proteggere questi animali dalle punture degli insetti ematofagi.
Insomma le strisce delle zebre rappresentano uno stratagemma evolutivo messo in atto dalla natura per proteggere questi animali dagli insetti succhiasangue, difatti le zebre risultano più presenti nelle zone altrettanto “frequentate” dai tafani per deporvi le uova.
Rimane adesso però da chiedersi perché le strisce delle zebre hanno questo effetto deterrente nei confronti delle mosche? La ricerca è stata pubblicata su Nature Communications.