Da molti anni si susseguono le ricerche per indagare a fondo il legame tra un deterimato tipo di dieta e una maggiore longevità. Non da ultimo uno studio condotto dall’Università del Wisconsis, pubblicato su Nature Communications, ha messo in evidenza come le scimmie sottoposte a una dieta ipocalorica vivano di più rispetto agli altri esemplari che si alimentano senza limitarsi. Queste ultime presentavano infatti un rischio triplo di morire rispetto alle scimmie sottoposte a un regime ipocalorico.
I ricercatori hanno dapprima considerato l’alimentazione naturale delle scimmie Rhesus poi ne hanno ridotto l’introito calorico del 30%. Già in precedenti studi si era osservato come una dieta basata su un razionamento delle calorie allunga la vita in molte specie viventi come insetti e topi.
Che questi risultati siano stati raggiunti con la scimmia che è la specie più simile a noi, lascia presumere che analoghi risultati si possano ottenere anche per l’uomo, anche se di fondo è rimasta inespressa una domanda che invece converebbe farsi: ma ne varrebbe la pena di vivere più a lungo rinunciando però ad alcuni piaceri fondamentali che ci rendono gradita la vita?