Diagnosi tardiva tumore: eredi risarciti dopo 20 anni

Soprattutto nell’ambito dei tumori ma non solo, una diagnosi precoce è fondamentale per aumentare le chance di guarigione del paziente. In caso però di mancata o tardiva diagnosi la Terza sezione civile di Casszione in riferimento al caso di una donna di Palermo deceduta a seguito di un carcinoma diagnosticato con ritardo ha statuito che: “La mancata o tardiva diagnosi di una patologia terminale comporta la responsabilità medica del professionista e, per gli eredi, il diritto al risarcimento del danno morale terminale patito dal loro congiunto“. Il caso si è verificato agli inizi degli anni 90′, la donna era affetta dal tumore alla cervice dell’utero ma nonostante i numerosi episodi di perdite ematiche segnalati al ginecologo, quest’ultimo non era stato in grado di diagnosticarle la neoplasia per tempo. I familiari della donna avevano avviato quindi una causa legale contro il medico. La Corte d’Appello di Palermo tuttavia pur rilevando la condotta omissiva del professionista, aveva negato il nesso di casualità tra la mancata diagnosi e le sofferenze patite dalla paziente.

 

La Cassazione invece ha operato una valutazione differente del caso perché la mancata diagnosi ha negato la possibilità alla donna di curarsi e anche di sottoporsi a terapie palliative pe lenire il dolore e dunque va riconosciuto il risarcimento per danno morale terminale, diritto che è trasmissibile agli eredi.