Tagli alla Sanità: cosa cambia in pratica per esami e prescrizioni

Il nuovo decreto approvato al Senato sui tagli alla Sanità per 2,3 miliardi di euro, come dichiarato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ha l’obiettivo di ridurre tutte le visite e gli esami diagnostici considerati inutili. Sono 180 le prestazioni che potrebbero essere ritenute non necessarie a fronte delle oltre 1700 che vengono erogate dal servizio sanitario nazionale. In particolare potrebbero esserci delle limitazioni per esami quali i test genetici, test allergologici (eseguiti solo dietro richiesta da parte dello specialista), odontoiatria (spetterà alle Regioni stabilire le cure gratuite per le persone in difficoltà economiche), Tac e risonanza magnetica. Mentre per quanto riguarda gli esami di laboratorio se non vi sono fattori di rischio, quali ad esempio diabete, ipertensione o obesità, gli esami per verificare colestero e trigliceridi saranno a carico del servizio sanitario ogni 3 anni. Semplificando e riassumendo quindi un test per una determinata patologia sarà gratuito solo se il paziente ne è già affetto, mentre nel caso contrario se chi si sottopone all’esame non ha nessun fattore di rischio allora il pagamento sarà obbligatorio. Inoltre sono previste anche sanzioni per i medici che faranno prescrizioni inappropriate (decurtazione dello stipendio). Il risparmio riguarderà anche i ricoveri per cui alcuni trattamenti per i quali, almeno fino ad oggi era prevista una base di ricovero, potrebbero passare in regime di day hospital. Con questi tagli imposti alla Sanità il governo ha calcolato che nei prossimi 5 anni si avrà un risparmio di oltre 10 miliardi di euro. Lo stesso Ministro della salute ha parlato più volte di “riorganizzazione” “maggiore produttività” e “maggiore efficienza” e di adeguamento della Sanità ai “parametri europei”.

 

Insomma è auspicabile questo contrasto degli sprechi purché i tagli siano mirati e non vadano ad abbassare il livello qualitativo delle prestazioni sanitarie.