Sono stati distribuiti i dati relativi all’esportazione del vino italiano negli altri paesi dei primi cinque mesi del 2015, che presentano luci e ombre. Le buone notizie arrivano dall’Estremo Oriente, dove le vendite dei vini italiani in Cina hanno fatto registrare un incremento delle esportazioni pari addirittura al 51%. Segno che il vino italiano sta conquistando l’Estremo Oriente, che apprezza sempre di più i vini di qualità. Restando ad Est invece arrivano cattive notizie dalla Russia. Un tempo i nostri vini erano richiestissimi in terra russa, che era uno dei principali importatori. I primi cinque mesi del 2015 hanno invece fatto registrare una contrazione del 35%. In questo caso però non dipende dalla qualità dei vini italiani, che continua ad essere eccezionale, quanto piuttosto dalla svalutazione del rublo, che ha gettato il paese in una crisi molto profonda che ha inciso sull’intera economia russa. Segnali positivi giungono anche dagli Usa, paese che ha legami molto forti con l’Italia, dove si è registrato un aumento di importo di vini pari al 10%.
Come spiega Denis Pantini, dirigente di Wine Monitor: “La svalutazione del rublo conseguente al calo del prezzo del petrolio ha messo in crisi gli importatori russi essendo il petrolio una delle risorse principali del Paese, più che le sanzioni europee legate alla crisi russo-ucraina è stato il crollo dei prezzi dell’oro nero a ridurre la capacità di spesa dei russi. E questo stallo dell’economia e dei consumi di vini esteri rischia di durare ancora a lungo”. La stessa Francia ha registrato una riduzione dell’esportazione di vini in Russia del 45%.
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