L’Istituto Superiore di Sanità, con l’ausilio dei migliori centri italiani riuniti nel Nida, ha condotto degli studi approfonditi e specializzati nell’individuazione dell’autismo, inteso non come malattia ma come sindrome poiché non se ne può guarire. Gli studiosi durante la ricerca avrebbero individuato nel pianto dei bambini il primo segnale che può indicare l’autismo. Il pianto dei bambini autistici e dei bambini sani ad orecchio nudo sembra uguale, eppure ci sono delle impercettibili variazioni di ritmo e di tono, che dovrebbero far scattare il primo campanello d’allarme. Tramite un marcatore gli studiosi sono riusciti ad individuare, anche dopo poche settimane di vita, i bambini che hanno un’alta potenzialità di sviluppare la sindrome dell’autismo. In questo modo è possibile intervenire in tempo per usare preventivamente le terapie di correzione per la crescita del bambino. I ricercatori intendono mettere a punto un particolare test che sappia individuare, con una certa precisione, se il bambino possa realmente sviluppare la sindrome dell’autismo.
Ci sono poi altri fattori che potrebbero fungere da campanello d’allarme nella crescita del bambino. Se il neonato non sorride, non risponde quando viene chiamato, non indica l’oggetto che desidera, non è partecipe durante i giochi di mimo e di finzione e ha problemi di lallazione, allora è molto probabile che il bambino sia autistico.
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