Stando alle indicazioni diffuse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) risalenti al 2013, il quantitativo di sale necessario agli adulti non dovrebbe superare i 2000 mg di sodio, che corrispondono a 5 grammi di sale al giorno. Entro il 2025 sempre l’Oms indica che il consumo di sale consumato quotidianamente andrebbe ridotto del 30%. Tuttavia in Italia le indicazioni dell’Oms vengono disattese in quanto se ne consumano 10,8 grammi per gli uomini e e 8,4 tra le donne. Tuttavia il cloruro di sodio, stando alle evidenze di ricerche precedenti, comporta un aumento del rischio cardiovascolare. In particolare l’aumentato rischio di sviluppare patologie cardiovascolari deriva dall’ipertensione arteriosa. Tuttavia il rischio riguarda il particolare i 40% della popolazione che ha una “sensibilità” genetica nei confronti del sodio. Questi dati sono stati messi in evidenza da Maria Letizia Petroni, Medico Nutrizionista Clinico, Professore Associato settore Endocrinologia, Nefrologia, Scienze dell’Alimentazione e del Benessere che ha presentato uno studio sul sale.
La dottoressa ha anche lanciato sul mercato un nuovo sale marino, prodotto da Gemma di mare- Compagnia italiani Sale, che rispetto a quello reperibile comunemente, contiene il 50% in meno di sodio mentre magnesio, potassio e calcio sono contenuti in quantità maggiori. Insomma il sale non va ostracizzato dalla nostra dieta in quanto svolge importanti funzioni per il nostro organismo, ma ovviamente non bisogna abusarne.
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