Lo scorso 10 marzo i giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione hanno confemato l’assoluzione di Silvio Berlusconi per i reati di prostituzione minorile e concussione. In pratica da quanto emerge dalle motivazioni depositate dalla Cassazione, Berlusconi non sarebbe stato a conoscenza dell’età di Karima El Mahroug , più nota come Ruby, nel periodo in cui frequentava Arcore. Insomma nella villa di Arcore si tenevano “serate disinvolte e spregiudicate”, ma come si legge in uno stralcio della senenza: “Resta tutto da provare se, come e quando il dato della minore eta’ di Karima El Mahroug venne portato a conoscenza di Silvio Berlusconi prima della sera del 27 maggio 2010“. In sostanza stando a quanto ricostruito dalla Cassazione, Berlusconi che all’epoca dei fatti era presidente del Consiglio, soltanto la sera del 27 maggio del 2010 quando la ragazza viene portata in questura per degli accertamenti, viene a conoscenza della sua reale età. In quell’occasione Berlusconi chiama Pietro Ostuni, capo di gabinetto del questore di Milano a cui spiega che che Ruby si era presentata come nipote dell’allora presidente egiziano Murabak ed era stata affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti. Il questore di MIlano fece rilasciare la ragazza non per coazione ma per “timore reverenziale”. D’altronde l’aspetto fisico di Ruby, il suo modo di comportarsi, di vestirsi e di truccarsi, tradivano la sua effettiva età.
Inoltre la Cassazione ha tratteggiato anche la natura dei rapporti intercorsi ta Emilio Fede, ex direttore del tg4 e lo stesso Berlusconi, in quanto l’amicizia del primo verso il secondo non era disinteressata ma era incentivata da un ritorno economico: “che si materializzava nell’ambito di quel sistema di spregiudicati intrattenimenti presso Villa San Martino ad Arcore, a margine dei quali si approfittava anche della disponibilità del padrone di casa, cui non mancavano cospicue risorse finanziarie, a soddisfare determinate richieste di aiuto da parte dei suoi amici“.
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