C’è tanta amarezza per l’eliminazione dell’Italia in questi Mondiali avvenuta nella giornata di ieri conro l’Uruguay. Adesso è però il momento di capire gli errori che sno stati fatti, di voltare pagina e di guardare avanti. In particolare i “senatori” della nazionale hanno espresso un giudizio molto lucido sulla debacle degli azzurri. De Rossi in particolare sottolinea: “Bisogna fare analisi con calma e con lucidità. Si rischia di sottolineare ora cose che contano meno di quanto si creda. E’ importante non cercare alibi. Ci sono state certamente componenti che hanno condizionato il risultato, come il caldo o l’arbitraggio negativo, ma non dobbiamo appellarci a queste. Dobbiamo dimenticare in fretta; anzi mi correggo: dobbiamo tenere bene in mente tutto e ripartire dagli uomini veri. Non dalle figurine o dai personaggi: questi non servono alla Nazionale“. Insomma tra le righe appare chiaro il riferimento a Mario Balotelli, da cui ci si aspettava molto ma che non è stato capace di ripagare nel migliore dei modi in campo la fiducia che gli è stata data. La prima gara con l’Inghilterra SuperMario ci ha illuso firmando il gol del definitivo vantaggio azzurro contro gli inglesi, ma nel proseguo del girone ci siamo accorti che l’Inghilterra di Hodgson era la squadra più scarsa di questo gruppo. Anche un altro “senatore” il capitano Gigi Buffon, fa un’analisi di questa uscita prematura della nostra Nazonale, invitando a considerare comunque i buoni risultati raggiunti dagli azzurri negli ultimi anni grazie anche alla capacità dei codsiddetti vecchi di portare avanti la carretta: “Dopo i Mondiali del 2010 abbiamo ben figurato all’Europeo e in Confederations Cup. Quello che pretendiamo è la massima serenità di giudizio, la massima correttezza da parte di tutti. Spesso e volentieri si sente dire, come è giusto che sia, che c’è bisogno di ricambi. Che Pirlo è vecchio, che Buffon è vecchio, che Barzagli è vecchio. Poi la fine, la verità è che quando c’è da tirare la carretta, i Buffon, i Pirlo e i Barzagli sono sempre davanti. Bisogna rispettarci per quello che siamo adesso, nemmeno per quello che siamo stati. Bisognerebbe iniziare a premiare e non dare i meriti per sentito dire. Poi quando si va in campo bisogna fare, non dire che potrebbe fare“. Intanto la sconfitta dell’Italia ha sortito i primi effetti. Prandelli si è dimesso, lo stesso ha fatto Abete. Insomma questi Mondiali hanno ribadito anche a livello di nazionale come il calcio italiano, verità già nota a livello di club, è in piena crisi. Ma è proprio da questa crisi che l’Italia deve ripartire, ci auspichiamo che possa esserci una rifondazione tecnica e un ricambio generazionale, altrimenti tra 4 anni staremo di nuovo punto e daccapo.
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