Gli atti sono stati quindi trasmessi alla Corte di Cassazione che ha risolto questo conflitto di competenza ritenendo che ad occuparsi di questa vicenda deve essere il tribunale in quanto la diffamazione su Facebook va considerata aggravata dal mezzo della pubblicità. In pratica quindi per un insulto o una offesa postata sul social network la pena oltre che pecuniara potrebbe anche essere quella del carcere, ovvero la detenzione da 6 mesi a 3 anni.
[…] Corte di Cassazione che in una recente pronuncia ha dichiarato che chi offfende o insulta a mezzo facebook rischia il carcere. Anche Twitter, il popolare microblogging, sta andando in questa direzione. Prova ne è il caso […]