Ciro Esposito non ce l’ha fatta, l’ANSA stamattina ha diramato un comunicato in cui veniva annunciata la morte del giovane tifoso napoletano all’ospedale Gemelli di Roma. Si conclude nel modo più triste possibile l’odissea di Ciro Esposito, iniziata 53 giorni fa in quel maledetto 3 maggio quando fu ferito in un agguato degli ultrà romanisti con dei colpi di pistola. C’è tanto dolore per quanto è successo, un’amarezza infinita, ma oggi non dev’essere la giornata dell’odio, ma del dolore e della riflessione.
Sembra ovvio che le morti in questi anni di Paparelli, Spagnolo, Sandri e Raciti, solo per citarne alcuni, non hanno insegnato proprio nulla. Ma come si fa a morire per una partita di calcio? Ora tutti ad indignarsi, ma fino a quando? Quando Ciro Esposito cadrà nel dimenticatoio, diventando solo una delle tante “vittime” del calcio, fino alla prossima morte? Oggi è il giorno del dolore, ma anche della riflessione. Dalle istituzioni, ai media e anche degli ultrà. Tutti devono farsi un’esame di coscienza, perché in parte tutte queste componenti hanno contribuito a premere quel maledetto grilletto. Lo staff di news24web non può fare altro che porgere le più sentite condoglianze alla famiglia Esposito, che ha mostrato una forza, un coraggio ed una dignità morale di cui avrebbero bisogno molte persone nel nostro paese.