Si chiama tecnostress, ed è la patologia del nuovo millennio. E’ un misto di stress ed ansia provocato dall’uso intensivo e massiccio della tecnologia, soprattutto per chi ci lavora. L’Associazione italiana formatori salute e sicurezza sul lavoro (Aifos) ha sottolineato come l’utilizzo continuativo di smartphone, pc e tablet possa causare numerosi malesseri e patologie anche piuttosto gravi. Secondo una ricerca condotta da Netdipendenza Onlus per conto di Aifos sarebbero addirittura 45 italiani su 100 a soffrire di tecnostress. In base a questi dati l’uso ossessivo e compulsivo della tecnologia provoca: emicrania, calo della concentrazione, nervosismo, sbalzi d’umore, tensioni neuromuscolari, stanchezza cronica, ansia, insonnia, attacchi di panico, disturbi gastro-intestinali e nei casi più gravi addirittura depressione.
Tutto ciò dipende dal fatto che, essendo perennemente collegati, non si riesce a staccare mai dal lavoro. Nel 66,5% dei casi i dispositivi tecnologici vengono usati anche fuori dagli orari d’ufficio, compresi il sabato e la domenica. Enzo Di Frenna, presidente di Netdipendenza Onlus, spiega: “Molti sintomi dell’elettrosmog sono simili a quelli del tecnostress, come ad esempio il mal di testa, il calo della concentrazione, l’insonnia. Bisogna approfondire l’impatto di questi due rischi e valutare correttamente il sovraccarico informativo cognitivo e i livelli di emissioni di campi elettromagnetici”.
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