Sul virus Ebola la scienza ne sa ancora troppo poco sulle modalità di contagio, incubazione, manifestazione dei sintomi, e recidive anche nel caso dei pazienti che siano sopravvissuti all’infezione. In tal senso è paradigmatico il caso del dottor Crozier. Il medico nell’ottobre scorso viene dimesso dall’Emory University Hospital in quanto ritenuto ufficialmente guarito dall’Ebola che aveva contratto in Africa prestando assistenza ai malati. Il caso di guarigione dall’Ebola è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine. Appena due mesi dopo però il dottor Crozier è costretto a tornare in ospedale per farsi visitare perché lamenta sintomi quali affaticamento e una diminuzione dell’udito sul lato sinstro, ma soprattutto accusa dei problemi alla vista. Gli accertamenti medici effettuati sul prelievo del tessuto del globo oculare a cui è stato sottoposto, hanno evidenziato la presenza del virius Ebola nell’umor acqueo, il liquido che si trova tra la cornea e il cristallino, mentre la congiuntiva e le lacrime che potrebbero essere il segno di una infezione, non sono risultati infetti. Inoltre l’occhio del medico da blu è diventato verde e gli si è ingrandita la pupilla.
I trattamenti a cui è stato sottoposto non sortivano alcun risultato finché i medici non decidono di provare una terapia sperimentale. Il virus in pratica era riuscito ad “annidarsi” nell’occhio per potersi moltiplicare senza essere “intercettato” dal sistema immunitario. Il dottor Crozier grazie a questo trattamento recupera la vista che stava perdendo. In effetti nella casistica dei sopravvissuti all’Ebola questi problemi agli occhi si riscontrano in circa il 40% dei soggetti infettati. I casi di questi pazienti sono molto utili per conoscere meglio i meccanismi di azione di questo virus che restano ancora in buona parte sconosciuti.
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