Da tempo sono in corso molti studi per cercare una nuova cura contro l’Alzheimer. Dagli Stati Uniti in particolare è stata condotta una ricerca che al momento almeno sulle cavie, ha dato buoni risultati. In particolare i ricercatori statunitensi della Durk University hanno osservato che un particolare tipo di cellule del sistema imunitario, le microaglia, quando iniziano a consumare dosi enormi di un nutriente, l’arginina, cominciano a modificarsi all’apparire dell’Alzheimer. Questa patologia in effetti sarebbe caratterizzata da un rilascio anomalo di molecole che finiscono col rafforzare il sistema immunitario. Se invece si riesce a bloccare questo processo somministrando nelle cavie un inibitore enzimatico ovvero una molecola in grado di inibire certi processi, la “difluorometilornitinà” (Dfmo), si è osservato che si riduce il consumo di arginina da parte delle micragla e anche il numero di queste cellule nonché delle placche amiloidi a base dell’Alzheimer. In pratica sono proprio queste ultime che depositandoi tra i neuroni danno luogo all’Alzheimer e quindi favoriscono il proceso degenerativo che è alla base di questa patologia.
Insomma secondo i ricercatori questi primi test che hanno dato risultati positivi, possono ritenersi utili anche per una seconda fase della ricerca relativa alla sperimentazione sui pazienti. La ricerca è stata pubblicarta sul Journal of Neuroscience.
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