Nel 2014 le aziende di tutto il mondo hanno subito un danno di circa 400 milioni di dollari a causa del cybercrimine, la nuova frontiera della criminalità ancora più subdola e pericolosa. Il Data Breach Investigations Report 2015 di Verizon nel corso di un’indagine ha constatato che nel 2014 si sono verificati 80mila incidenti di sicurezza in 70 organizzazioni di 61 paesi di tutto il mondo, tra cui anche l’Italia. Gli attacchi hacker ai siti di società e multinazionali hanno provocato il danneggiamento di oltre 700mila dati aziendali. Nel 96% dei casi è stato riscontrato che gli attacchi sono riconducibili a 9 tipologie. Tra i più comuni e frequenti c’è il phishing, l’invio di email fasulle per ottenere i dati privati dell’utente. A ruota ci sono le violazioni dei Pos, il crimeware (vale a dire software maligni contenenti virus) e lo spionaggio informatico.
Al momento il live streaming non è considerato uno strumento particolarmente utilizzato dagli hacker, ma come tutte le tecnologie del web che invogliano l’utente a cliccare sono potenzialmente pericolose. L’indagine ha inoltre evidenziato che il 23% degli utenti ha aperto email contenenti virus, e l’11% ha cliccato sugli allegati. Nel momento in cui viene lanciato il phising impiega in media 82 secondi per colpire la prima vittima. Il 34% degli utenti capisce di essere sotto attacco dopo alcuni minuti, mentre il 31% dopo alcune ore. Il 38% delle vittime ci impiega addirittura diversi giorni, quando ormai è troppo tardi per bloccare l’attacco.
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