Il suo precedente lavoro, “Guerra e pace” del 2013, era stato troppo soft e commerciale per avere la firma di Fabri Fibra. Ed ora invece è ritornato più cattivo, provocatorio e indisponente che mai. Stavolta Fibra fa arrabbiare davvero un bel po’ di persone. A partire da Fedez, etichettato in una delle sue ventuno canzoni come un rapper banale e stiracchiato nelle luci stroboscopiche dei talent show.
Sorriderà poco anche Vasco Rossi, accusato da Fibra nelle sue rime di avere i giornalisti ai suoi piedi, di vivere in alberghi di lusso e di essere in vacanza tutto l’anno. Nel mirino anche Milano, una città che rappresenta la decadenza e la disonestà dell’Italia di oggi.
Molte illustre collaborazioni nell’album “Squallor”. Con Fibra hanno cantato Gue’ Pequeno dei Club Dogo in “E tu ci convivi”, Clementino in “E.U.R.O.” e Marracash in “Playboy”. Pur avendo fatto incavolare un bel po’ di gente, Fibra ha avuto il coraggio di ritornare alle origini col suo rap nudo e crudo, senza filtri che con tutte le sue esagerazioni punta dritto al bersaglio come un pugno nello stomaco.