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Ministro Lorenzin, tema allarme batteri resistenti agli antibiotici: “Priorità anche per l’Italia”

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Antibiotici
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Farmaci

Anche il ministro per la Salute Beatrice Lorenzin, nell’ambito della Giornata Mondiale della salute 2015, è intervenuto sul tema relativo alla resistenza dei batteri agli antibiotici. Il ministro sottolinea l’aspetto della prevenzione e quindi in questo senso è necessario ridurre il consumo dei farmaci soltanto a quelli strettamenti necessari: “Bisogna, ad esempio, ridurre il consumo dei farmaci: l’obiettivo e’ quello di rimanere in salute il piu’ possibile, e la sfida non e’ solo curare le persone ma non farle ammalare. Dobbiamo promuovere lo stile made in Italy.

Ed ancora: “La sicurezza e la salute degli animali e la sicurezza e la salute delle persone, sono due aspetti che devono andare insieme”.

In particolare il ministro elogia il lavoro svolto dai Nas: “I Nas fanno piu’ di 38mila controlli l’anno, non a caso ma con un attento lavoro di intelligence. Monitoriamo, teniamo sotto controllo il sistema.
Cio’ ci permette di andare a prendere chi pensa di lucrare su un settore cosi’ delicato come quello della sicurezza agroalimentare“.

Riguardo alla delicata questione relativa all’uso degli antibiotici negli allevamenti, il ministro ha sottolineato che pur non potendosi escludere totalmente la presenza di antibiotici negli alimenti: “Stiamo facendo un grandissimo lavoro: negli ultimi 3 anni abbiamo ridotto del 30 percento gli antibiotici nelle nostre carni ma dobbiamo fare ancora di più”.

Il ministro sottolinea come ci sia anche un problema culturale perché è necessario un corretto utilizzo dei farmaci e in particolare degli antibiotici che vanno assunti soltanto quando è necessario. D’altronde è proprio da quest’uso indiscriminato degli antibiotici che è andata sviluppandosi sempre una maggiore resistenza da parte dei batteri. “Stiamo lavorando da anni su una corretta prescrizione degli antibiotici non bisogna abusarne e questo fin dalla tenera età, con il rischio che ci si trovi quando serve che non fa più effetto, non è solo un tema di costi ma di salute pubblica. Su questo fronte stiamo ottenendo buoni risultati con l’introduzione della ricetta elettronica ma è anche un problema culturale“.

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