La sopravvivenza di questo plantigrado strettamente correlata al suo habitat, è messa a rischio perché a causa del riscaldamento globale che determina uno scioglimento dei ghiacciai, l’orso è costretto a procacciarsi le sue risorse alimentari sempre più sulla terraferma.
Purtroppo il cambiamento del regime alimentare, alcuni orsi hanno preso a nutrirsi di bacche, uccelli e uova, potrebbe non garantire loro scorte di grassi sufficienti per resistere alle rigide temperature degli inverni artici.
A metterlo in evidenza è uno studio condotto dal Geological Survey, agenzia scientifica del governo Usa. In effetti le foche marine sono le tradizionali prede dell’orso bianco che gli assicurano oltre ad introiti proteici, soprattutto i grassi necessari per poter sopportare il rigore delle temperature gelide.
Sulla terraferma le risorse alimentari che possono reperire questi animali, sono delle buone fonti a livello proteico ma scarseggiano a livello dei lipidi, fondamentali per accumulare grasso. Allo stato attuale, notano gli studiosi, su una popolazione di orsi bianchi che va da 900 a 2000 individui, soltanto una trentina ha iniziato a nutrirsi anche di uova di uccello.
Tuttavia se questo comportamento isolato da parte di pochi esemplari dovesse diventare una abitudine alimentare, l’orso bianco si troverebbe a competere per risorse limitate su un territorio sempre più risicato con i grizzly, orsi più piccoli, una sottospecie dell’orso bruno molto diffusa. Insomma, stando a questo studio, la dieta terrestre a base di uccelli, uova di uccelli e bacche, non sarebbe in grado di sostentare l’orso bianco.
Purtroppo a causa dello scioglimento del ghiaccio marino, questo animale è sempre più costretto a procacciarsi il cibo sulla terraferma ed il venir meno delle foche nella loro dieta, potrebbe quindi metterne a rischio la sopravvivenza nei prossimi anni.