E’ quanto emerge dal rapporto 2015 del World Water Development dell’Onu, secondo cui tra 15 anni nel 2030 ci sarà un calo pari al 40% nella disponibilità d’acqua, a meno che non vi sia una più razionale gestione di questa risorsa così fondamentale per la vita. Nei prossimi anni a causa dell’aumento della popolazione mondiale aumenterà quindi la richiesta di beni e servizi che comporteranno un aumento anche del consumo delle risorse idriche.
D’altronde si calcola che entro il 2050 i due terzi della popolazione mondiale vivrà in città, il che comporterà un aumento della domanda di acqua del 55%. Lo stesso Michel Jarraud, a capo di Onu-acqua e segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale, ha sottolineato che: “Il settore agricolo sarà uno dei primi a dover incrementare l’efficienza, riducendo gli sprechi d’acqua e aumentando la produttività delle colture in maniera sostenibile“.
Stando a quanto pubblicato in questo rapporto Onu, già attualmente l’agricoltura usa il 70% dell’acqua disponibile ed entro il 2050 sarà necessario produrre il 50% in più del cibo a livello globale, il 100% in più nei Paesi in via di sviluppo. In particolare per diminuire lo sfruttamento eccessivo delle risorse idriche bisognerà implementare mezzi di produzione alternativi, attraverso la crescita delle fonti energetiche eco-sostenibili, quali l’eolico, la solare e la geotermica.
D’altronde basti solo pensare che l’accesso all’acqua potabile è una chimera per 748 milioni di persone, mentre ben 2,5 miliardi non possono accedere ai servizi igienico-sanitari. Così sottolinea Jarraud nel tracciare i prossimi obiettivi: “C’è già un consenso a livello internazionale sul fatto che l’acqua e i servizi igienico-sanitari siano essenziali per il raggiungimento di molti obiettivi di sviluppo sostenibile. Essi sono inestricabilmente legati a cambiamento climatico, all’agricoltura, alla sicurezza alimentare, alla salute, all’energia, all’uguaglianza, al sesso e all’educazione. Ora dobbiamo guardare avanti e misurare, monitorare e implementare l’acqua“. A questo link è possible consultare il report dell’Onu.