I ricercatori hanno preso in esame un campione di oltre 450mila cittadini europei che hanno partecipato al progetto Epic (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), il cui inizio risale al 1992. All’inizio dello studio nessun volontario coinvolto soffriva di malattie a lungo temine e tutti i partecpanti avevano un’età compresa tra i 30 e i 70 anni.
I ricercatori hanno quindi analizzato le abitudini alimentari dei soggetti coinvolti. In particolare i ricercatori hanno assegnato un punto agli alimenti di origine vegetale (verdure, frutta, legumi, cereali, patate, frutta secca e olio d’oliva) mentre è stato sotratto un punto per ogni alimento rientrante nelle categorie di origine animale (carni, grassi animali, uova, pesci e altri frutti di mare o latticini).
Stando ai risultati ottenuti, è emerso che chi seguiva una alimentazione semi-vegetariana in cui almeno il 50% del cibo risultava di origine vegetale riduceva del 20% il rischio di morire a causa di una malattia cardiovascolare rispetto a chi seguiva una dieta per meno del 45% di origine vegetale.
Così ha spiegato spiegato Camille Lassale, Ph.D., autrice principale dello studio ed epidemiologa presso la School of Public Health dell’Imperial College London: “Una dieta semi-vegetariana non impartisce raccomandazioni assolute rispetto a specifici nutrienti. Ci si concentra sull’aumento della percentuale di cibi di origine vegetale rispetto a quelli animali che dà come risultato un miglioramento nell’equilibrio nutrizionale della dieta“.Insomma i benefici di una dieta vegetariana (in questo caso semi-vegetariana) vengono sempre più confermati dalla scienza. A questo link dell’American Hearh Association potete consultare lo studio nel dettaglio.