Il Ministero della Salute dopo la condanna in primo grado ha fatto ricorso in Appello. L’unica cosa che avrebbe potuto far pensare a una correlazione tra i due eventi è l’ordine temporale i cui i fatti si sono verificati, nel senso che il vaccino contro morbillo, rosolia e parotite viene somministrato prima della diagnosi di autismo che ariva tra i 3 e i 6 anni.
Insomma per la corte d’Appello non esistono prove valide e sufficienti a suffragare un legame tra i due eventi che possa valere come una evidenza scientifica. Ed in secondo grado i giudici hanno stabilito che non esiste alcun nesso causale tra la somministrazione del vaccino e l’insorgenza della sindrome autistica.
La sentenza di primo grado ha trovato il suo fondamento in uno studio pubblicato dal medico inglese Andrew Wakefield sulla rivista Lancet, successivamente però è stato ritirato per malafede dell’autore che avevacontraffatto i dati della ricerca. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nonché la Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Salute Pubblica (Sltl) hanno sempre evidenziato la mancanza di qualsiasi correlazione tra vaccino e autismo.