In particolare stando alla notizia riportata dal Daily Mail che tiene conto di una ricerca condotta dal Leeds Institute for Rheumatoc and Musulosckeletal Medecine, un uso prolungato del paracetamolo, uno dei prodotti da banco più diffusi, aumenterebbe del 68% i rischi di infarto e ictus.
I ricecatori hanno condotto uno studio su 666mila pazienti in ogni parte del mondo per verificare gli effetti a lungo termine dell’assunzione prolungata del paracetamolo sulla salute. Soprattutto lo assumevano i pazienti che soffrivano di artite o di dolori frequenti. Inoltre dagli stessi medici il paracetamolo viene considerato più sicuro di un anti-dolorifico molto comune qual è l’aspirina, quando in realtà presenta degli effetti collaterali da non sottovalutare: di fatto inibendo l’azione della prostaglandine, un mediatore che svolge un ruolo chiave nei processi infiammatori, aumenta il rischio di ulcera o emorragie.
Insomma stando a quanto rilevato da questa ricerca se l’assunzione viene protratta nel tempo potrebbero riportarsi dei danni alla salute piuttosto seri come ictus o infarti.
Tuttavia è lo stesso autore di questa ricerca, Philip Conaghan, ad invitare alla prudenza in quanto i pazienti che hanno usato e in alcuni casi abusato del paracetamolo potrebbero essere deceduti a seguito di malattie insorte indipendentemente dall’assunzione dl farmaco. Tuttavia saranno necessarie altre ricerche per avallare un nesso di causalità tra l’uso del paracetamolo e l’aumento dell’incidenza di infarto e ictus.