Secondo gli inquirenti Don Silvano avrebbe chiesto un pizzo di 20 euro per procedere alla benedizione di un fedele defunto, con tanto di file audio depositato in tribunale dall’agenzia di pompe funebri. “Tutti lasciano almeno 20 euro e se non verranno lasciati non andrò a dare la benedizione e non permetterò di farlo nemmeno ai miei diaconi”- questo sarebbe il contenuto del file audio. Eppure il prete condannato non ci sta, grida a tutta forza la sua innocenza e chiede dalla pagina di Facebook ai suoi fedeli di pregare per lui.
E la sua comunità non lo ha lasciato solo, sono arrivati attestati di stima e di solidarietà da parte dei suoi fedeli. Proprio qualche mese fa papa Francesco tuonò contro i tariffari dei preti relativi a matrimoni, battesimi e funerali. Ma don Silvano non si ritiene un parroco-affarista e proseguirà la sua battaglia in tribunale per dimostrare la sua innocenza.