VENEZIA- Tosi, Zaia e Salvini: più defilato Roberto Maroni. Il dopo-Bossi della Lega Nord non è privo di spigoli e scintille, almeno dialetticamente. Sullo sfondo la candidatura di Zaia, dopo il primo mandato, a Governatore della Regione Veneto, di contro le ambizioni del sindaco di Verona. In realtà non sono soltanto le Elezioni Regionali a creare scompiglio nel partito del carroccio, quanto la visione strategica futura dello stesso. I leader del partito immaginano una Lega con caratteristiche differenti, spesso idee in antitesi.
Anche sul fronte delle alleanze strategiche. Mentre Matteo Salvini sta imponendo una linea inedita, di respiro “nazionale” sulla scia del Front National di Le Pen, all’interno della Lega c’è chi vorrebbe conservare il carattere regionalista. Non solo, c’è la spinosa questione di una futura coalizione: l’alleato naturale della Lega, per come l’abbiamo conosciuta, sarebbe Silvio Berlusconi.
Una rinnovata partnership con Forza Italia non sarebbe priva di incognite, difficili da spiegare al proprio elettorato: in una futura coalizione potrebbe esservi anche Alfano con l’Ncd.
Matteo Salvini sembra orientato più a destra, il recente riavvicinamento con Fratelli d’Italia appare quanto mai eloquente, con Marine Le Pen “madrina” di un inedito asse con gli ex An. Visioni differenti che nella Lega Nord potrebbero deflagrare nelle prossime settimane, con le elezioni regionali a far da detonatore.