Mario Draghi annunciò in quella occasione anche la consistenza del suo “bazooka” (l’appellativo con cui i mass media erano soliti riferirsi al Quantitative Easing). Un pacchetto di quasi 1100 miliardi di euro da spalmarsi da qui al 2016. L’obiettivo del QE? Frenare la spirale deflazionistica in atto e sorreggere le economie europee in attesa che la tanto sospirata ripresa economica possa poggiarsi su basi più concrete.
L’opposizione principale al varo del Quantitative Easing non nasce dallo strumento in quanto tale, lo si evince chiaramente dalle dichiarazioni degli oppositori nella riunione del 22 gennaio.
Le perplessità maggiori, soprattutto in Germania, nascono sull’effettiva necessità di utilizzare in questo momento quello che viene definito uno strumento per periodi di estrema “emergenza”.