Tuttavia la Fao ha pensato a uno strumento che può venire in soccorso di questi animali, che sono molto importanti per l’equlibrio dell’ecosistema marino. Il dispositivo in questione si chiama iSharkFin ed è in grado di riconoscere le specie in via di estinzione, in modo da salvaguardare quelle protette dal commercio illegale. Questo software non sarà utilizzato solo dagli agenti della dogana, dagli ispettori portuali, e nei mercati ittici, ma anche dai pescatori per evitare che nelle loro reti possano finire squali appartenenti alle specie protette.
In pratica il software in questione è dotato di una sofisticata tecnologia che funziona in questo modo: l’utente carica una fotografia dello squalo evidenziando i punti chiave per il suo riconoscimento quali la dimensione delle pinne e altri dettagli quindi l’algoritmo processa le informazioni della foto comparandole con la propria banca dati riuscendo così a identificare a quale specie appartiene lo squalo. Bastano appena 5 minuti per completare tutto il processo.
Il software in questione al momento è in grado di riconoscere 35 specie di squali sulla base delle pinne dorsali e sette dalle pinne pettorali. La Fao che ha realizzato il dispositivo in con la collaborazione dell’Università di Vigo, in Spagna e il sostegno finanziario da parte del governo de Giappone, sta pensando di estendere l’utilizzo di iSharkFin anche su tablet e smartphone.