Il destino della Grecia è appeso ad un filo, soprattutto resta difficile la sua permanenza nell’euro. A fine febbraio scade il piano di aiuto per Atene, e se non dovesse essere prolungato il programma sottoscritto con la Troika, la Grecia nel mese di marzo rischierebbe seriamente di restare senza soldi e con un mucchio di debiti sul groppone. L’uscita dell’euro sembra davvero inevitabile per la Grecia, a meno che il governo Tsipras non ritorni sulle sue promesse fatte durante le elezioni politiche e adotti un nuovi piano improntato nuovamente all’austerity.
I pareri dei partner europei sono piuttosto contrastanti. Pier Carlo Padoan, ministro delle Finanze italiano, si dice piuttosto fiducioso: “L’uscita di Atene dall’euro è fuori discussione”. Più duro il commento del tedesco Schaeuble, che definisce irresponsabile il governo greco. L’olandese Jeroen Dijsselblom lancia un ultimatum: “La Grecia ha un paio di giorni per chiedere un’estensione del programma di aiuti e poi potremo applicare la flessibilità”.
Anche il francese Pierre Moscovici spinge la Grecia a chiedere un’estensione del programma. Non ci sta però il governo Tsipras, che si sente messo alle corde e tuona: “Queste proposte sono inaccettabili”. Resta comunque fiducioso il partito di Tsipras, che pur non accettando ricatti o ultimatum si dice convinto che un accordo sui debiti con i partner europei “sia a portata di mano”.
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