Nuova stangata per gli italiani. Presso le pompe di rifornimento si è registrata un’impennata dei prezzi nel giro di pochissimi giorni. Protesta il Codacons, che mette in luce soprattutto la sproporzione tra l’aumento delle quotazioni internazionali del petrolio e quello del prezzo della benzina alle pompe. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, protesta vibratamente e chiede l’intervento immediato del governo: “La crescita delle quotazioni petrolifere registrata nell’ultimo periodo ha certamente influito sui prezzi dei carburanti alla pompa, ma i rincari dei listini appaiono eccessivi e non proporzionati. Chiediamo al governo di intervenire allo scopo di frenare eventuali anomalie nella formazione dei prezzi alla pompa”.
L’aumento benzina si è verificato nel giro di 2-3 giorni, con un picco registrato dopo San Valentino. Qualche settimana fa il costo della benzina era di 1,40 euro al litro, oggi siamo arrivati improvvisamente a 1,551 euro al litro. Stesso discorso per il gasolio: da 1,33 euro è schizzato a 1,45 euro.
Sono diversi i fattori che bisogna considerare per il prezzo del carburante, sul quale gravano ancora le accise. Ma il Codacons protesta poiché sottolinea che quando il prezzo del barile scende, i costi del carburante calano ma molto lentamente. Inversamente quando il prezzo del barile sale, ci sono impennate eccessive e sproporzionate presso le pompe di benzina.
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