Intanto tra i provedimenti contenuti nel decreto vi è la creazione di una superprocura nazionale, ruolo che al momento sarà assunto dall’antimafia. Inoltre si prevede un rafforzamento delle pene che passano da 3 a 6 anni per chi si arruola nella jihad islamica e per chi foraggia i combattenti stranieri (foreign fighters), da 5 a 10 anni per chi si auto-addestra all’uso di armi e esplosivi, con l’aggravante di chi utilizza il web. In particolare per quanto riguarda la rete internet tutti i siti che svolgono opera di propaganda al terrorismo saranno inseriti in una sorta di black list e potranno essere oscurati. In sostanza per i sospettati di terrorismo si appplicano misure analoghe nei confronti di chi si ritiene che possa appartenere a organizzazioni di stampo mafioso. La Procura nazionale antiterrorismo opererà coordinandosi con la Procura antimafia, inoltre i prefetti avranno maggiore potere in tema di espulsione nei confronti dei soggetti sospettati di terrorismo a cui potranno essere ritirati il passaporto e i documenti validi per l’espatrio. Inoltre ci sarà un aumento dei militari coinvolti in “Strade Sicure” che passeranno a un totale di 4800 per il presidio delle città. Raddoppiato anche il numero dei militari impegnati nella Terra dei Fuochi.
La finalità del provedimento come spiegato da Alfano: “è di rendere l’Italia un posto sicuro nel quale vivere sereni“. Insomma tutte misure che dicono come il terrorismo fondamentalista islamico sia una minaccia sempre più pressante che richiede misure drastiche per poter essere affrontato in maniera efficace.
E’ pur vero, per fare un parallelo storico, che l’imperatore Aureliano decise di erigere delle mura fortificate nel 270-275 d.C. per difendere Roma, la capitale dell’impero, dall’attacco dei barbari (Goti e Alemanni che non avevano avuto remore nell’assaltarla). Ma proprio quello fu il segno che l’unità dell’impero mostrava le sue prime crepe, segnando l’inizio della decadenza della civiltà romana.