Un farmaco che viene usato da molti anni per il trattamento del diabete potrebbe rivelarsi utile anche per il controllo del senso della fame e della sazietà. Lo studio è stato condotto dai ricercatori dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa e dell’University of Texas Health Science Center, di San Antonio, in Texas. Il farmaco è l’exenatide, un analogo sintetico dell’intestinale glucagon like peptide-1 (Glp-1). In sostanza i soggetti con insulino resistenza che sono diabetici o obesi, presentano un difetto nel rilascio dell’ormone intestinale ‘glucagon like peptide-1 (Glp-1). Dopo un pasto i livelli di Glp-1 aumentano il rilascio di insulina favorendo in tal modo la diminuzione di zuccheri nel sangue. Tuttavia questo ormone viene subito degradato dall’enzima Dpp-4 per cui alcuni farmaci utilizzati nella cura del diabete si basano su analoghi sintetici dell’ormone Glp-1 resistenti all’azione dell’enzima Dpp-4. La ricerca in esame in particolare ha studiato in che modo il il Glp-1 sia in grado di agire sulle aree del cervello che regolano il senso della fame. Così in tal senso si sono espressi i ricercatori: “Abbiamo valutato il metabolismo cerebrale (tramite Pet) dopo l’assunzione di 75 grammi di zucchero e testato l’effetto di un analogo del Glp-1, il farmaco ‘exenatide’, in 15 soggetti con prediabete o diabete di nuova diagnosi. Il lavoro dimostra come nell’uomo, già dopo una singola somministrazione di questo ormone sintetico, vi sia un miglioramento del metabolismo del glucosio sia cerebrale che sistemico. Si è osservato che nelle due ore successive all’assunzione di zucchero la singola somministrazione di exenatide aumenta, rispetto al placebo, anche il metabolismo delle aree cerebrali coinvolte nei meccanismi di controllo della fame e della sazietà e in zone deputate al sistema dell’appagamento da cibo. In sostanza, il farmaco aumenta la risposta di tali aree, mentre ‘spegne’ quelle dell’appetito (l’ipotalamo), spiegando, almeno in parte, i meccanismi già noti attraverso i quali pazienti che usano analoghi del Glp-1 perdono peso”.
In pratica il cervello avrebbe un ruolo chiave nell’insorgenza del diabete e dell’obesità. La somministrazione di exenatide ha proprio l’effetto di aumentare il metabolismo delle aree cerebrali coinvolte nei meccanismi di controllo della fame e della sazietà, spegnendo invece le aree deputate all’appetito (ipotalamo). I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista Diabetes.
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